L’idea iniziale di una cupola costruita secondo la tecnica del super adobe viene riformulata in modo da rendere la struttura smontabile e portatile. Si passa allora allo studio di una cupola geodetica che permetta di mantenere la forma iniziale grazie ad un reticolo di travi. Per un’esigenza progettuale la forma sferica della cupola geodetica classica viene deformata assialmente secondo il rapporto aureo, in modo da ottenere una struttura con base circolare di metri 3,50 di diametro e con altezza pari a metri 2,90.
La poetica del progetto ruota intorno all’idea del nido, inteso come rifugio costruito con materiale di recupero, come luogo che si viene a creare laddove c’è uno spiraglio, come spazio in cui poter vivere. Il nido infatti è costruito a misura d’uomo, e per le sue caratteristiche si presta ad un uso nomadico. La potenzialità primaria dell’architettura, quella dell’abitare, è ricreata all’interno di una forma lontana dal comune concetto di casa, ma che si avvicina maggiormente ad un sentire primordiale di rifugio. Il nido si presta inoltre ad un uso collettivo, diventando punto di incontro e luogo di ritrovo.
Esteriormente è forte il richiamo all’immaginario del nido, una forma solida e funzionale, creata per giustapposizione di frammenti di materiale residuo che la rendono mimetica. Questa idea viene ricreata con una texture di striscioline di feltro color clorofilla che si aggrappano alla struttura in legno, pensando ad un inserimento in un contesto naturale.
L’interno richiama lo spirito delle tende Tepee nordamericane e della Tenda Nera beduina, in cui sedute e arredi sono rasoterra, senza però escludere la possibilità di agganciare oggetti e decorazioni ai nodi del resistente telaio.
L’intera struttura viene realizzata utilizzando materiale di scarto. Le aste vengono ricavate tagliando e fresando delle travi in legno recuperate ad uno scalo ferroviario. I nodi sono ottenuti tagliando e forando un tubo in ferro. Il feltro usato per rivestire il telaio proviene dal disallestimento di una fiera, così come i materiali usati per allestire l’interno.
Il prototipo è stato interamente progettato, finanziato e fabbricato nel periodo di agosto-settembre 2011 da due componenti del gruppo, Alessandro e Francesca, grazie all’aiuto di Giuseppe Zorzetto, che ha messo a disposizione utensili e macchinari per la lavorazione, nonché la propria esperienza nella realizzazione di arredamenti e uno spazio per poter sperimentare le varie prove di costruzione.
Un ringraziamento speciale va a Luca Stasi alias Ctrl+Z, per il supporto dato durante la progettazione del telaio.
DESIGN: Alessandro Zorzetto, Francesca Modolo
COLLABORATORI: Luciano Aldrighi, Luca Vivan
Progetto vincitore al concorso SUN.LAB, Rimini Fiera, 20 > 22 Ottobre 2011
Idea 9m2, Mantova, 25 Settembre 2011
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